MARTE E LUNA CROCEVIE PER LA VITA SULLA TERRA?
Sopra tre immagini di microorganismi lunari, in apertura la scritta Marte in Ebraico che ricorda il termine DNA
La vita sul nostro pianeta quando è apparsa? Da dove proviene e soprattutto ci può essere un possibile collegamento col pianeta mitico per antonomasia, ossia Marte? Secondo le ultime scoperte e gli ultimi studi le più antiche forme di vita sul pianeta Terra risalgono a circa 3 miliardi e mezzo di anni fa. Infatti fossili di cosidetti “stromatoliti” sono stati acclarati come organizzati ed evoluti per l’epoca in questione. Un epoca in cui sino a poco tempo fa era una eresia affermare che ci fosse vita, soprattutto organizzata ed efficiente. Vita che è apparsa “solo” un miliardo di anni dopo la formazione del nostro pianeta, davvero un “nulla” dal punto di vista paleobiologico. Quindi 3 miliardi e mezzo di anni fa esistevano organismi biologiciche nascevano, si riproducevano, diventavano adulti e morivano, organismi che erano provvisti di un DNA primitivo, ma pur sempre DNA. Il mistero è ora capire da doveè arrivata la vita in quel periodo, da dove proviene il DNA? La risposta c’è la dà la Esobiologia, ovvero quella scienza che studia l’origine e lo sviluppo della vita nel cosmo. Secondo teorie ormai consolidate la vita su ogni corpo del cosmo, che sia pianeta, planetoide, satellite o asteroide, è un fatto comune nell’Universo conosciuto, quindi è anche consolidato il fatto che la vita sulla Terra è arrivata dallo spazio. Ma in che modo? Secondo le teorie accademiche, la vita (in forma di elementi prebiotici) è annidata nelle comete, specialmente nel nucleo ghiacciato. Questi corpi ancora in parte misteriosi sarebbero una sorta di “messaggeri” celesti, capaci di “dare vita”, ma anche di “toglierla”, basti pensare a comete e asteroidi caduti nel passato che hanno distrutto in più fasi la vita sulla Terra, un esempio su tutti l’estinzione del Tardo Permiano, avvenuta circa 230 milioni di anni fa e che eliminò il 95% della vita sul nostro pianeta. Ci sono però anche le ipotesi “eretiche”. Secondo il premio Nobel per la genetica per la scoperta del DNA, il professor Francis Crick, la vita è giunta sul nostro pianeta attraverso sonde automatiche, mandate da civiltà extraterrestri evolute dell’Universo, sonde cariche “geneticamente”. Una sorta di inseminazione “divina”, avvenuta per mano di alieni ignoti. E possibile ignorare questa tesi? Assolutamente no, per via del fatto che anche gli scienziati più scettici ( dal greco Skepticos, incline al dubbio) danno come certa la presenza di civiltà evolute e tecnologiche nel cosmo infinito.Ammettiamo che la vita sia stata inseminata volontariamente da questi ignoti abitanti dell’Universo, questi ultimi da dove provenivano? Molte teorie, condite di razionalità e molto spesso da ciarpame allo stato puro, parlano di inseminatori nel nostro sistemasolare, che provenivano da Marte. Oggi come è appurato scientificamente Marte sembrerebbe un pianeta arido di vita riconoscibile, visto che il pianeta sembrerebbe morto. Almeno in superficie. Ma molti studiosi sono concordi nell’affermare che in un lontano passato il cosiddetto “Pianeta Rosso” non era affatto di quel colore, ma fosse provvisto di atmosfera respirabile, un atmosfera simile a quella del nostro pianeta attuale. Quindi teoricamente miliardi di anni fa, mentre il nostro pianeta era ancora un vivace “infante”, Marte era un pianeta già “adolescente”, con un vita già presente ed evoluta, capace magari di una organizzazione tecnologica. Apparentemente sembrano sciocchezze da bar, ma potrebbe non essere cosi. Negli anni passati numerose sonde, sia statunitensi che sovietiche, hanno visionato il pianeta e le sue misteriose lune è hanno riscontrato anomalie strutturali sconvolgenti. Anomalie che vanno da cupole, piramidi, volti, tunnel, città e cosi via. Ma come sempre, quando si tratta di misteri, quelli che sembrano tali potrebbero non esserlo, perché molte immagini sono davvero a bassa risoluzione e quando la definizione è davvero limitata, ci si può immaginare di tutto. Resta il fatto comunque che almeno il 5% di questi presunti artefatti, sembrerebbero davvero resti di misteriose vestigie extraterrestri. Si può affermare che noi saremmo di origine marziane e i nostri “avi” preistorici erano transfugati sul pianeta Terra a causa di un misterioso cataclisma che ha riguardato il pianeta Marte? Ipoteticamente si, ma un ipotesi non è certezza, ma forse “prove” più probanti le possiamo trovare sul nostro pianeta, magari nella…scrittura.Prenderemo come esempi due lingue difficili da comprendere e soprattuto da scrivere attraverso caratteri, ma queste due lingue ci posso dare indizi concreti che la vita sulla Terra è arrivata da Marte, analizzando come scrivevano la parola Marte due civiltà in particolare, quella sanscrita e ebraica. Incominciamo prima con una breve introduzione sulla lingua, partendo dal Sanscrito.
Il Sanscrito appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee ed è ufficialmente utilizzata in India. E’ un linguaggio basilare nella cultura Indiana, come lo sono stati il Latino e il Greco in Europa. Dal Sanscrito derivano molti testi classici, come il Veda. Importanti sono le grandi epiche indiane (equivalenti alla antica Bibbia cristiana) come il Mahabharata e Ramayana, famose tra gli studiosi di Ufologia, visto che in queste storie indiane si parla di esseri provenienti dal cieli, di battaglie stellari e di macchine volanti, denominate “Vimana”. Questa Bibbia indiana è antichissima e risale a oltre 8000 anni fa. Ma oltre questo, la particolarità della lingua sanscrita è data dai caratteri. A prima vista sembrerebbero normali segni, ma vedendoli meglio, utilizzando la parola “Marte”, si può dare adito ad interpretazioni inquietanti. La parola Marte in Sanscrito è formata da 5 segni che sembrano altrettante “T”, di cui 3 con un estremità in testa più lunga dell’altra, mentre le altre due sembrano avere una estremità più bilanciata, con delle strane “virgole” che escono dalla testa. Facendo un ardita interpretazione possiamo affermare che il primo carattere rappresenta l’essere originale, l’Adamo “cosmico”. La seconda rappresenta il pianeta Marte che ha dato vita al suo pianeta, ma ad un certo punto la vita si è interrotta (si noti la virgola che non raggiunge l’Adamo Marziano). Il terzo carattere rappresenta la Terra, gemello di Marte che ha avuto linfa vitale dal pianeta morente e ha dato origine ad esseri con DNA (si noti che la virgola della vita stavolta è continua e si collega con il quarto carattere che sembra avere una sorta di spirale .“DNA?”), dopodichè il DNA ormai creato ha fatto si che si creassero esseri che si potessero riprodurre, come si nota dal quinto e ultimo carattere.Naturalmente sono pure speculazioni soggettive, che danno però nuova linfa alla conferma che il DNA e la vita possano provenire da un Marte preistorico.
Ancora più inquietante e sconvolgente è ciò che si può interpretare visivamente, leggendo la parola Marte in Ebraico. L’ebraico, come si sa, è una lingua antichissima. Come il latino, il sanscrito e l’arabo è stata la lingua di una grande religione e per tale motivo è stata sempre praticata, per scopi prettamente liturgici, e non solo. In questa lingua sono stati composti i testi sacri della Bibbia ebraica, che nella sua totalità costituisce l’Antico Testamento della Religione Cristiana, con l’aggiunta di alcuni libri scritti in greco per la versione Cattolica. E se Dio, inseminatore della vita nel cosmo, di cui parla la Bibbia provenisse da Marte e portasse con sé la spirale della vita, ossia il DNA? Guardate sotto la parola, in caratteri ebraici, inerente Marte. Cosa notate a prima vista? Notate la scritta DNA? Stavolta non può essere una interpretazione, Marte è equivalente di DNA, che collegandolo alla Bibbia Ebraica potrebbe ipotizzare che Dio fosse un marziano e che noi siamo suoi figli legittimi. Le prove ce le dà la scrittura, quella antica piena di significati e misteri. Ma se la vita è ipoteticamente arrivata da Marte, potrebbe aver toccato anche la nostra Luna? Tralasciando tesi non suffragate da dati certi, inerenti presunte basi extraterrestri sul nostro satellite e l’ipotesi che la nostra Luna sia all’interno cava e di origine artificiale, è un dato certo che il nostro satellite qualcosa di anomalo ce l’ha. Oltre all’apparizione di fenomeni aerei anomali, denominati TLP, è stato ormai acclarato scientificamente che il nostro satellite abbia una grande quantità di ghiaccio ai Poli, probabilmente frutto di impatti cometari nel passato e addirittura una tenue atmosfera fatta di ossigeno, troppo tenue comunque da poter far respirare, in maniera naturale, l’uomo senza tute e scafandri. Ma potrebbe invece essere utile ad altri organismi, seppur elementari. Se accettiamo l’idea che il “vento vitale” di Marte abbia toccato anche il nostro satellite, dobbiamo pur trovare prove scientifiche che la nostra Luna sia viva. Secondo la NASA non ce ne sono, ma secondo l’Agenzia Spaziale Russa invece si. E la prova esiste da oltre 35 anni, ma è celata dall’establishiment militare e scientifico statunitense (e non solo). La prova della vita sulla Luna è stata riscontrata il 24 settembre 1970, quando un UAV spaziale russo, il Lunar 16, atterrando nel Mare della Fertilità selenita, prelevò 101 grammi di regolite lunare e li mise in un contenitore ermeticamente sigillato. Lo stesso fece nel febbraio del 1972 l’altro UAV russo, il Lunar 20 che prelevò, a oltre 120 chilometri di distanza dal primo atterraggio di Lunar 16, un altro campione di regolite. Anche questo fu ermeticamente sigillato. Una volta ritornati in patria vennero aperti e dopo aver fatto scrupolose analisi di laboratorio, venne fatta la sconvolgente scoperta. Sulla Luna ci sono microorganismi, seppur fossilizzati. Lo hanno affermato due biologi dell’ Accademia Russa delle Scienze, professor Stanislav I. Zhmur e professor Gerasimenko. Hanno notato che alcune fotografie e analisi sui reperti, riportavano campioni di fossili identici a quelli terrestri. Infatti alcune particelle di regolite sferica, prelevati da Lunar 20, assomigliavano chiaramente a fossili di batteri coccoidali moderni, come il Sideroccoccus o Sulfolobus. Ma non finisce qui. Nei campioni prelevati da Lunar 16 erano presenti fossili di microorganismi filamentosi del tipo Phormidium Frigidum, scoperti in Australia, in un raggruppamento di Stromatoliti e risalenti al Proterozoico.Ecco quindi che rientrano a galla gli Stromatoliti, la più antica forma di vita apparsa sulla Terra circa 3,5 miliardi di anni fa. Se i fossili seleniti sono dannatamente simili a microorganismi che vissero sulla Terra, accanto agli Stromatoliti, oltre 3,5 miliardidi anni fa, si aprirebbe davvero un altro capitolo affascinante e allo stesso modo inquietante sull’origine del nostro satellite. Che la Luna oltre 3,5 miliardi di anni fa era foriera di vita, come lo era Marte, ma misteriosamente la vita cessò, come avvenne nei mari marziani. Quindi si potrebbe azzardare che la Luna non è affatto un satellite, ma un mini pianeta, con una sua vita passata, spazzata poi in maniera imprevista. Oppure si potrebbe azzardare la tesi che i seleniti evoluti sono davvero esistiti ma che erano Marziani alloggiati provvisoriamente li oltre 3 miliardi e mezzo di anni fa, hanno contaminato l’ambiente e poi si sono trasferiti sulla Terra. Solo cosi si potrebbe spiegare l’origine dei misteriosi fossili seleniti. Forse è vero per davveroche noi siamo i veri….marziani.
Antonio De Comite
Coordinatore CUT (Centro Ufologico Taranto)
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