lunedì 23 luglio 2007

2001: LA VERA ODISSEA


2001 : ODISSEA NELLO SPAZIO E LA GRANDEZZA DI S. KUBRIK

Di recente mi è capitato di rivedere il capolavoro di S.KUBRIK “2001 : Odissea nello spazio” e, come spesso accade, sono riuscito a vederlo in un’ottica completamente diversa dal passato. La grandezza del film e del suo regista erano riconducibili a due motivi principali : 1)- la capacità tecnica con la quale era stato girato, assolutamente all’avanguardia per un film di fantascienza degli anni ’60, che rendeva incredibilmente realistico il contesto entro il quale ruotava l’intera vicenda, un realismo tale da dare l’impressione di seguire la “cronaca”di un fatto realmente accaduto piuttosto che una storia di pura fantasia ! 2)- il messaggio che trasmetteva. Ma quale era questo messaggio? In grandi linee questo era fedele a quello che intendeva trasmettere l’autore del romanzo A.C. Clarke, ma tralasciava quelle sfumature di natura “politica” che questi aveva inserito (come ad esempio, la distruzione dei missili atomici Russi e Americani operata dal protagonista, l’astronauta Bowman-Bambino delle stelle, tornato sulla Terra, alla fine del romanzo, per scongiurare l’inizio della III^ Guerra Mondiale).I l modo di trasmettere il “messaggio” del lungimirante Kubrik (forse più dello stesso Clarke), aveva (ed ha) la sua grandiosità proprio nell’apparente incomprensibile sequenza finale per la quale, tanti, compreso il sottoscritto, avevano dispensato critiche al grande maestro : il modo di mostrare il protagonista Bowman, che “si vede” quasi contemporaneamente adulto-vecchio e bambino, ci da il senso di come possa avvenire il passaggio evolutivo dell’uomo ad un livello dimensionale superiore, il trasbordare da un livello materiale e decadente ad uno puramente spirituale anche se, in questo caso, in un modo “solo apparentemente accidentale” da parte del protagonista, che precede (forse) di millenni quello dei suoi simili. Il vedere contemporaneamente passato, presente e futuro non fa che annullare il senso del tempo che caratterizza e delimita la sua natura umana. La “scelta” del protagonista di tornare “bambino”, pur mantenendo i ricordi e la coscienza del “vecchio” Bowman, rappresenta il ritorno alla purezza ed al tempo stesso la consapevolezza di poter trasbordare verso un futuro più tranquillo ed elevato spiritualmente, a condizione di tralasciare le “bassezze” a cui troppo spesso si dedica l’umanoità intera.


2001 : ODISSEA NELLO SPAZIO DI A.C. CLARKE

Clarke affermava : “La divina inquietudine del nostro essere fa parte del nostro destino , è forse uno dei maggiori, se non il massimo dono che abbiamo ricevuto dal mare, sempre irrequieto nel suo moto ondoso, intorno alla Terra. Sarà questa inquietudine che guiderà i nostri discendenti verso miriadi di inimmaginabili mète, quando il mare sarà diventato per sempre calmo e la Terra un’antica leggendadimenticata tra le stelle.” Proprio questa “irrequietezza umana”, nel suo romanzo, è la molla che spinge l’uomo alla conquista di nuove mète “oggi” inimmaginabili. Per questo egli è convinto che le possibilità dell’uomo sono infinite, e per esprimere ciò si avvale sì di un “racconto”, ma basato su dati scientifici certi e dalla trama sviluppata come una vera e propria “cronaca di eventi storici”. Del resto anche un suo illustre predecessore come Jules Verne (come lui profetico precursore del futuro) volle affermare nel suo ultimo libro “The Master of the World” (il Dominatore del Mondo ): “Finchè l’uomo avrà fantasia, nessun traguardo gli sarà precluso !”. Ed è proprio la storia del secolo scorso che ci ha confermato come, nell’arco di un tempo relativamente brevissimo, l’uomo sia stato capace di cambiare radicalmente il mondo in cui vive, soprattutto a livello tecnologico e di conoscenza. La trama del romanzo che partendo dall’uomo-scimmia dal nome simbolico “Guardala Luna” (a riprova della differenza col mondo animale legato ai soli problemi connessi alla sopravvivenza ed alla capacità, al contrario dell’uomo di innalzare la propria mente ad altri scopi come, appunto , capire che al di fuori del nostro mondo c’è dell’altro !”) arriva immediatamente in un futuro nel quale l’uomo viaggia nello spazio ed è agli albori della fase di conquista del sistema solare, così come nella realtà odierna; basti pensare che meno di un secolo fa questi viaggi erano considerati tecnicamente impossibili !. Il “contatto alieno”, poi, non è così importante da essere considerato uno “scopo”, ma diventa un “mezzo” attraverso il quale comprendere che: “l’uomo si deve staccare dalla sua esistenza materiale per entrare in una dimensione spirituale”. E’ questo il “messaggio primario” di Clarke!. Egli ce lo concretizza nel personaggio di Bowman-Bambino delle stelle che, lasciato il suo“guscio di materia”, si proietta su un piano esistenziale fatto di intelligenza pura vagante nello spazio, aperta ad esperienze fantastiche, che lo stesso scrittore non riesce ad immaginare, e che, liberatosi di ogni sgradevole condizione perché non più in balia delle forze della natura e dotato di poteri fantastici, li può usare a fin di bene(come la distruzione dei missili nucleari intorno alla terra operata perché “vuole un cielo più pulito ! ”).Clarke del resto, affermava : “il solo modo di dimostrare i limiti del possibile e di superarli e di entrare nell’impossibile”. Non risponde al vero il fatto che in passato il termine “impossibile” sia stato clamorosamente smentito da nuove conquiste scientifiche ? La via per raggiungere questo livello è lunga, rischiosa ed irta di difficoltà, fatta di vittorie e di sconfitte, di gioia e di delusioni, un’Odissea travagliata nel tempo e nello spazio ove la conquista del traguardo finale è rappresentata da Bowman-Bambino delle stelle, sempre che non ci autodistruggiamo prima.
Eugenio Palese
Coordinatore CUT (Centro Ufologico Taranto)

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