Sopra ricostruzione del "Ropen", rettile volante che sarebbe presente tutt'oggi in Nuova Guinea, vivo e vegeto
Sono decine le storie di avvistamenti, relativamente recenti, di "rettili volanti" o più specificamente di pterosauri. Qui sotto riporto solo alcune di quelle che ritengo più significative e verosimili.
1 -Un piccolo aereo rischia lo scontro con un enorme volatile: la testimonianza mi sembra rilevante perché i testimoni sono tanti, e poi c'é da chiedersi perché mai un antropologo dovrebbe rischiare di essere preso in giro dai colleghi e di bruciarsi la carriera inventandosi una storia come questa che per la scienza ufficiale risulta completamente assurda.Nel 1992 il settimanale australiano "People" ha pubblicato la storia di un piccolo aereo che si é quasi scontrato con una "gigantesca lucertola volante" nel cielo che sovrasta la giungla del Brasile, al di sopra di un rilievo montuoso. Tutti i passeggeri, il pilota e la hostess hanno visto quel mostro volante. L'antropologo statunitense George Biles che si trovava a bordo di quel piccolo aereo con 24 passeggeri ha dichiarato: "Quello era chiaramente un esemplare di pterodattilo bianco con un'apertura alare gigantesca. Naturalmente avevo già sentito parlare da diversi anni di questi racconti su creature preistoriche che ancora esisterebbero in Amazzonia. Ma ero scettico come chiunque altro. Eppure quello non era un aereoplano o un UFO che volava vicino a noi. Era uno pterodattilo." Secondo il racconto del settimanale People lo pterodattilo stava volando accanto all'aereo mentre questo si preparava ad atterrare ed il pilota aveva virato per evitare la collisione con il gigantesco volatile.
2 -Un avvistamento di pterosauri a Cuba: l'avvistamento sembra credibile perché ci si immagina che un militare che riporta simili storie non venga visto di buon occhio dai superiori e che quindi abbia pochi interesse a inventarsi tutto. Particolare non indifferente è il disegno del testimone oculare che però sembra mostrare uno pteranodonte con la coda di un ranforinco. Lo stesso testimone si rende conto di questa incongruenza e quindi sicuramente la sua non é una menzogna mal costruita; se avesse voluto inventarsi un falso avvistamento avrebbe eseguito un disegno più o meno standardizzato di uno pterosauro quale lo si può vedere in un qualsiasi libro illustrato. Quel suo disegno potrebbe quindi indicare l'effettivo riconoscimento di una specie fino adesso sconosciuto di ranforincoidi con una protuberanza dietro la testa simile a quella dello pteranodonte. Anche la disposizione delle dita non é quella classica degli pterosauri, vista l'apparente aggiunta di due dita allungate per sostenere la membrana alare. Difficile dire se ci si trovi di nuovo di fronte ad una caratteristica peculiare di una specie finora sconosciuta o ad un errore di interpretazione (sostegni di cartilagine scambiati per dita?).
Eskin Kuhn, militare statunitense, riporta il suo avvistamento del 1971 Era una chiara e calda giornata di sole. Io stavo guardando in direzione dell'oceano quando ho visto qualcosa di incredibile che mi ha ipnotizzato. Sono un artista ed ho un occhio addestrato alla visione dei dettagli, ed ero determinato a compenetrarmi in quella visione per poi registrarla su un disegno. Ho visto due pterosauri volare insieme a bassa quota, forse 30 metri, molto vicini al posto in cui mi trovavo, in modo tale da permettermi di avere una visione perfetta di quelle due creature. Il ritmo delle loro larghe ali era molto grazioso, lento, e comunque stavano volando, non solamente planando, come ho visto fare ai tacchini nello stato dell'Ohio. La velocità con cui muovevano le ali era alquanto simile a quello dei corvi, forse un po' più lenta, ma il loro movimento era molto aggraziato. La struttura delle ali ed il tessuto di cui erano costituite apparivano molto simili a quelli dei pipistrelli: ali agganciate alle mani con un dito allungato che arriva fino alla punta dell'ala, due dita corte, e altre che vanno verso l'orlo dell'ala per stendere la membrana come negli aquiloni. Gli pterosauri che io ho visto avevano le corte zampe posteriori attaccate alla parte posteriore dell'ala ed avevano una lunga coda con un ciuffo di peli alla fine. La testa ea sproporzionatamente grande, con una lunga cresta che sporgeva dietro, un lungo becco, un lungo collo. Il torace delle creature era prominente, si sporgeva in avanti come la prua di una vecchia nave. Le vertebre delle loro schiene erano notevoli, soprattutto quelle all'altezza delle spalle. Stimerei la loro apertura alare in circa 3 metri, la dimensione del corpo poco meno di un metro e mezzo, ma non essendoci punti di riferimento in quel cielo sgombro, queste misure restano un poco incerte. Non so perché ho fatto un errore [nel disegno N.d.T.] piuttosto stupido ... le "mani" degli pterosauri erano strane, il pollice e le altre due dita erano corte - come nel disegno - ma le altre due erano estremamente lunghe, ed erano come delle stecche che sostenevano le ali. Ho disegnato solo una di queste stecche e posso solo attribuire questo alla mia giovinezza ed alla mancanza di disciplina artistica ... Le raffigurazioni del National Geographic sono senza la coda piumata; e probabilmente ne esisteva una varietà che aveva quelle sembianze ... ma non avrebbe volato in quella maniera aggraziata e senza sforzo che hanno mostrato le due creature che io ho visto ... prima lente, poi una pausa, poi in planata, poi un leggero battere d'ali e una risalita, etc. Non c'é possibilità di attribuire ciò che ho visto ad una qualche confusione, era pieno giorno, nella pausa di un giorno lavorativo, nessuna baldoria, nessuna droga, sole luminoso e piena visibilità, ed una vista acuta che mi qualificava come esperto tiratore del corpo della Marina.
3 -Un avvistamento del 1890: la testimonianza sembra rilevante per il fatto che nessuno all'epoca del fatto (in quel lontano 1890, e in quello sperduto paesino dell'Arizona) ha menzionato gli pterosauri, e quindi c'è da chiedersi come delle persone abbiano potuto "inventarsi" un mostro così stranamente rispondente alla morfologia di uno di quei rettili alati della preistoria senza presumibilmente conoscerlo. Ricordiamo che i primi fossili di pterosauro furono scoperti all'inizio del 1800 e che il primo pterosauro americano fu ritrovato nel 1871. Sembra alquanto palusibile che né i lavoratori del ranch che raccontano di avere ucciso il rettile alato, né i giornalisti di quel paesino, avessero mai sentito parlare di pterosauri. D'altronde stiamo parlando del 1871, non del 1971, e le raffigurazioni degli pterosauri e dei dinosauri non erano così facili da reperire come adesso. Bisogna ammettere che le misure che le misure di questo "mostro" sembrerebbero davvero fuori scala, 50 metri di aperura alare contro i 14 metri del più grande pterosauro che fino adesso é stato scoperto. Ma é anche vero che le misure riportate sono state eseguite presumibilmente senza un metro, e che chi ha vissuto una simile avventura potrebbe avere benissimo esagerato un poco per darsi delle arie. D'altronde non é nemmeno da escludere che siano esistiti pterosauti più grandi di quelli finora ritrovati nei fossili. Per il resto giudicate voi.
Dal giornale Tombstone Epitaph del 26 Aprile 1890.Un mostro alato, dalle sembianze di un enorme alligatore con una coda estremamente lunga ed un immenso paio di ali, é stato trovato nel deserto fra le montagne Whetstone e le montagne Huachuca la scorsa domenica da due lavoratori di un ranch che stavano tornando a casa dalle Huachucas. La creatura era evidentemente esausta dopo un lungo volo, e quando fu scoperta non era in grado di spostarsi se non per piccoli voli successivi. Dopo lo sgomento provato in un primo momento, i due uomini, che erano a cavallo ed armati di fucili Winchester, hanno ripreso abbastanza coraggio per seguire il mostro, e dopo un'eccitante caccia che li ha portati a percorrere diverse miglia sono riusciti ad avvicinarsi abbastanza per sparare coi loro fucili e ferire l'animale. La creatura allora si é gettata a sua volta contro i suoi aggressori, ma i due uomini sono riusciti a tenersi alla larga perché ormai l'animale versava in cattive condizioni, e dopo pochi altri spari ben diretti il mostro é caduto riverso al suolo, immobile. Gli uomini si sono avvicinati con cautela, con i cavalli che sbuffavano per il terrore, e si sono resi conto che il mostro era morto. Allora hanno proceduto a fare un esame [del mostro] ed hanno trovato che misurava circa 27 metri e mezzo di lunghezza e che il diametro maggiore [del corpo] era di circa un metro e mezzo. Il mostro aveva solo due piedi, situati a piccola distanza da dove le ali erano unite al corpo. La testa era, secondo la loro stima, lunga circa 2 metri e mezzo, con le mascelle che portavano numerosi denti forti ed acuminati. I suoi occhi erano larghi come un piatto per la cena e si sporgevano per metà dalla testa. Gli uomini hanno avuto qualche difficoltà a misurare le ali, in quanto erano parzialmente ripiegate sotto il corpo, ma finalmente sono riusciti a spiegarne una in maniera sufficiente per ottenere una misurazione di 23 metri e mezzo, il che porta la lunghezza totale dell'apertura alare a circa 48 metri. L'ala era composta da una membrana spessa e quasi trasparente ed era priva di penne, piume e pelo, così come l'intero corpo. La pelle del corpo era invece più sottile e veniva facilmente penetrata dai proiettili. I due uomini hanno tagliato una piccola porzione dell'estremità dell'ala e se la sono portata a casa. La scorsa notte sul tardi uno di loro é arrivato in questa città per fare provviste e per preparare l'operazione di scorticamento della creatura, la cui pelle verrà spedita all'est per essere esaminata da eminenti scienziati. Lo scopritore é ritornato sul posto questa mattina presto accompagnato da diversi uomini robusti che cercheranno di portare la strana creatura in città prima che venga mutilata.
In questi anni le testimonianze più frequenti di avvistamenti di rettili volanti vengono dall'America, ma forse ciò succede perché in luoghi meno "civilizzati" i nativi non chiamano i giornalisti per annunciare l'avvistamento di uno pterosauro, anche perché in certe aree geografiche l'avvistamento di un rettile volante non é considerata una cosa né strana né inusuale. Sarebbe quindi il caso di approfondire la nostra conoscenza di due creature che la "scienza ufficiale" si é sempre ostinata a definire "leggendarie" ma che potrebbero essere anch'esse degli pterosauri: si tratta del ropen della Papua Nuova Guinea e del kongamato dello Zambia.
Il Ropen e i suoi avvistamenti :La prima testimonianza storica della presunta esistenza di "mostri alati" nella regione é una curiosa carta di navigazione del 1595 che avvisa i marinai di stare attenti ad un certo tipo di "mostri marini". In esso si nota un disegno in cui l'essere volante è raffigurato con un lungo becco (che potrebbe anche essere quello di un uccello, due ali visibilmente prive di penne e piume, simili a quelle di un pipistrello, e una lunga coda con una piccola appendice biforcuta. Ovviamente il disegno non é molto preciso e potrebbe anche trattarsi semplicemente di un animale di fantasia; non si può però nemmeno escludere che possa trattarsi del disegno di un animale tracciato a partire dalle descrizioni dei nativi locali né che si possa trattare della raffigurazione di uno pterosauro ranforincoide disegnato in maniera imprecisa in seguito a qualche fugace avvistamento. In effetti se si tralasciano i dettagli si riconoscono (seppure mal disegnate) tutte le strutture caratteristiche: un becco lungo, due ali membranose e una lunga coda che termina con una banderuola. La prima testimonianza in tempi recenti é invece quella di Duane Hodgkinson, che si trovava nel 1944 in Papua Nuova Guinea come militare. Egli racconta che una sera di agosto vide una grande creatura che stimò avesse un'apertura alare di 6 metri, di colore grigio scuro, con un becco, un lungo collo serpentino ed una cresta che sormontava la testa Il ropen é descritto come una creatura notturna, con due ali di pelle come un pipistrello, una lunga coda con una flangia alla fine della coda, un becco pieno di denti, e artigli taglienti come lame di rasoio. Qui accanto una ricostruzione che tiene conto delle descrizioni fornite dai testimoni oculari (tutti nativi) degli avvistamenti più recenti. Ciò che salta agli occhi immediatamente é l'incredibile rassomiglianza con il disegno di Kuhn relativo al suo avvistamento a Cuba, somiglianza ancora più notevole dal momento che é difficile ipotizzare un qualsiasi contatto fra Kuhn ed i nativi della Papua Nuova Guinea. Jim Blume, che è stato missionario per trenta anni in Papua Nuova Guinea, ha intervistato dozzine di testimoni oculari della creatura che alcuni abitanti di quelle isole chiamano “ropen.” Dalle notize da lui raccolte si dedurrebbe che il ropen ha una lunga coda, che secondo alcune testimonianze porta una flangia sulla punta; le ali sono molto simili a quelle del pipistrello, con mani a metà dell'ala, e alcuni ropen raggiungono un'apertura alare di 6 metri, sebbene nelle isole del nord essi sono più piccoli, con un'apertura alare di circa un metro. Il lungo becco é simile a quello di un pellicano ma c'é una protuberanza sul retro del capo. Alcuni dei ropen più grandi (e più scuri) sarebbero pericolosi, e a volte ucciderebero persino un uomo adulto. Secondo quanto é stato riferito dai nativi nel 1985, ad ovest di Finschhafen, un uomo fu attaccato da un ropen mentre lavorava nel suo giardino. Quando gli altri abitanti del villaggio sono accorsi a causa dei rumori era ormai troppo tardi: la creatura simile ad uno pterosauro si era portato con sé l'uomo sopra un grande albero e se lo stava mangiando. Jonathan Whitcomb é andato nel 2004 nell'isola di Umboi (Papa nuova Guinea), dove ci sono numerosi casi di avvistamenti di quegli strani volatili. Non é riuscito a vederli direttamente (ci sono state finora tre spedizioni di uomini occidentali ma l'unico loro "avvistamento" é stato quello di una indistinta sagoma luminosa) ma ha intervistato anche lui numerosi testimoni oculari che gli hanno raccontato dei loro avvistamenti del ropen. Dalla raccolta di tali testimonianze é nato il suo libro "Searching for ropens" (Alla ricerca dei ropen). Secondo quanto riferisce Jonathan Whitcomb, quando una tribù ha una superstizione riguardo ai ropen, e i racconti dei testimoni noncontengono nessuno di questi elementi superstiziosi, allora le superstizioni locali sono irrilevanti al fine di giudicare la credibilità dei testimoni. Sull'isola di Island molti racconti dei testimoni oculari non contengono elementi superstiziosi. Secondo quanto riferiscono i testimoni i ropen avrebbero la caratteristica di essere bioluminescenti, avrebbero cioé la capacità di emettere della luce come le lucciole (caratteristica condivisa anche da esseri più grandi come certi pesci ed una specie di calamaro). Molte persone hanno riferito l'avvistamento di globi luminosi che si spostano orizzontalmente e che quindi non potrebbero essere scambiati per meteore. Il nativo Jonah Jim ha visto (assieme alla sua famiglia) quello che potrebbe essere un ropen bioluminescente volare verso il lago Pung; egli ha infatti osservato sia il globo di luce che una lunga coda. Sull'isola di Umboi Island, intorno al 1994, 7 ragazzi si sono avventurati verso il lago Pung. Dopo pochi minuti sono stati terrificati dalla vista di un gigantesco ropen che volava sul lago. Tre di loro sono stati successivamente intervistati e l'intervista é stata registrata. Esperti hanno concluso che se la loro testimonianza corrisponde ad un resoconto reale quello che hanno visto non é un pipistrello della specie "volpe volante" né alcun tipo di uccello o pipistrello noto. La migliore spiegazione é che i ragazzi hanno visto uno pterosauro gigante del sottordine ranforincoidi. Prima che venissero usate le bare nell'isola di Umboi, i morti venivano sepolti in leaves. ma qualche volta una fossa veniva aperta mentre il villaggio dormiva. Nel 1949, nel villaggio Gomlongon, un ragazzo di nome Michael ha osservato una di queste strane incursioni notturne da parte di un oggetto luminoso che si posò su una tomba; il mattino dopo la tomba era vuota. Nel 2004 Jacob Kepas abitante della città di Lae, Papua New Guinea ha riferito in un'intervista che quando era un ragazzo, e viveva nella città di Wau, ha visto un'animale chiamato seklo-bali. La descrizione di tale creatura sembra corrispondere a quella del ropen del'isola Umboi. Il nome seklo-bali significa “colui che porta con sé il suo letto" e potrebbe riferirsi alle vongole *clams giganti che a detta di alcune persone sarebbero il cibo di tali animali. Se il seklo-bali portasse con sé una vongola gigante per poi cibarsene potrebbe dare appunto l'impressione di "portarsi dietro il suo letto".
Il Kongamato e i suoi avvistamenti : Nella boscaglia dell'Africa centro-orientale i popoli indigeni riferiscono l'esistenza di una creatura volante chiamata kongamato. Questa notizia arrivò in occidente quando l'esploratore Frank Welland lo descrisse nel suo libro del 1932 intitolato "In Witchbound Africa". Il kongamato (parola che significa nell'idioma locale africano "sopraffattore di barche") é descritto come una grande creatura rossastra con ali di pelle, senza penne o piume. Secondo quanto riferisce Welland ai testimoni oculari che ne hanno riferito l'avvistamento sono state mostrate immagini di diversi animali volanti, alcuni dei quali estinti come gli pterosauri. Tutti quanti, nessuno escluso, hanno identificato il kongamato nella raffigurazione dello pterodattilo. Secondo le parole di Welland "i nativi non lo considerano qualcosa di innaturale come un mulombe [demonio] ma come qualcosa di molto spaventoso, come un leone che si cibi di uomini o un elefante solitario [che vive fuori dal branco ed é molto irascibile, n.d.T.] ma infinitamente peggiore ... ho menzionato il Jiundu swamp [nord ovest dello Zambia] come uno dei luoghi dove dicono che si rifugi il kongamato, e devo dire che quello é proprio il tipo di posto dove un simile tipo di rettile potrebbe vivere." (Welland, 1932, pp. 238, 240) "I Kaonde della provincia nord occidentale [dello Zambia] sono soliti portare amuleti chiamati "muchi wa Kongamato" per proteggersi dal kongamato nella traversata di certi fiumi ... La creature veniva descritta dai vecchi Kaonde come una enorme lucertola rossa con ali membranose come quelle di un pipistrello, dall'apertura alare di più di un metro e mezzo, e con denti nel suo enorme becco. Negli anni '20 del 1900 Headman Kanyinga, un uomo dell'area Jiwundu Swamp vicino al confine con lo Zaire ha identificato immediatamente come Kongamato una raffigurazione di pterodattilo ... Nel 1958 il giornalista scientifico Maurice Burton ha scirtto nel giornale "Illustrated London News" che vi erano stati diverse segnalazioni provenienti dall'Africa di un animale simile allo pterodattilo, e che si supponesse che l'area della palude di Bangweulu potesse essere uno degli habitat di tali creature. Egli ha puntualizzato che di fronte alle coste dell'Africa é stato catturato dai pescatori il celacanto, un pesce contemporaneo degli pterodattili ..." (Hobson, Dick, Tales of Zambia, 1996, p. 149.) "Sebbene i draghi siano scomparsi completamente da tutti i moderni lavori di storia naturale l'idea della loro esistenza era ancora considearata alquanto ortodossa fino al 1700. Per esempio Pigafetta, in un resoconto sul regno del Congo (The Harleian Collections of Travels, vol. ii, 1745, p. 457.) afferma che dai discorsi di un certo portoghese E. Lopes sulla "zona costiera che va dal fiume Ambrize fino al fiume Coanza andando verso sud" ha appreso che ‘ci sono inoltre certe altre creature che, essendo grandi come un montone, hanno ali come i draghi, con lunghe code e lunghi mascelle, e diverse file di denti, e si nutrono di carne cruda. Il loro colore é blu e verde, la loro pelle sembra ricoperta di squame, e hanno solo due zampe. I negri pagani li adoravano come dei ... E siccome essi sono molto rari, curiosamente i capi locali li proteggono, e permettono alla gente di adorarli, la qual cosa va a loro profitto a causa dei regali e dele oblazionic he la gente offre loro.’ E John Barbot, agente generale della Compagnia Reale Africana, nella sua descrizione delle coste della guinea del Sud, (Churchill, Collections of Voyages, 1746, p. 213.) afferma: ‘Alcuni negri mi assicurano che ...ci sono serpenti alati o draghi che hanno una coda a forked tail e una bocca prodigiosamente grande, piene di denti acuminati, estremamente perciolosi per l'uomo, e particolarmente per i bambini piccoli.’" (Gould, Charles, Mythical Monsters, W.H. Allen & Co., London, 1886, pages 136-138) Il dottor J.L.B. Smith (famoso per la sue investigazione sul "fossile vivente", il celacanto Latimeria) scrisse nel suo libro "Old Fourlegs" (Antichi quadrupedi) del 1956 a proposito di drgahi volanti che vivevano vicino al Monte Kilimanjaro, in Tanzania. "... un uomo una notte ha visto da vicino tale creatura che volava. Non metto in dubbio che esista almeno la possibillità che tale creatura possa ancora esistere." (Smith, J.L.B., Old Fourlegs, 1956, pp. 108-109.). Nel libro "in cerca dei sopravvissuti della preistoria si legge ** che A. Blaney Percival in Kenya notò che un enorme animale le cue impronte rivelavano solo due zampe e una pesante coda era ritenuto dai nativi di Kitui Wakamba volare giù dal monte Kenya ogni notte (Shuker, Karl, In Search of Prehistoric Survivors, 1995, p. 49.). Nel Kenya tale creatura é chiamata "Batamzinga." Un resoconto molto credibile é stato descritto nel 1956 dall'ingegniere J.P.F. Brown vicino al lago Bangweulu nello Zambia, e riportato il 2 Aprile 1957 dal giornale Rhodesia Herald. Brown stava tornando in automobile a Salisbury da una visita a Kasenga nello Zaire. Alle 6 del pomeriggio, nel fare una sosta a Fort Rosebery, appena ad ovest del Lago Bangweulu, ha visto due creature che volavano lentamente e silenziosamente nel cielo. Notò che avevano un aspetto preistorico, con lunghe code e teste strette. Egli stimò che avessero un'apertura alare di circa 1 metro. Quando uno dei due animali aprì la bocca Brown poté notare un gran numero di denti acuminati. Altri racconti su simili creature vengono dalla tribù degli Awemba i quali asseriscono che essi vivono all'interno di grotte nei dirupi vicino alla sorgente del fiume Zambesi. Nel 1957, in un ospedale di Fort Rosebery (ad appena un anno dall'avvistamento del signor Brown e nella stessa località) é stato curato un paziente che presentava ferite gravi alla schiena. Il nativo ha poi raccontato che un grosso uccello l'aveva attaccato nella palude di Bangweulu. Quando gli fu chiesto di disegnare tale uccello egli disegnò un animale che somigliava a uno pterosauro. Nel Camerun dell'ovest i nativi riferiscono di una creatura notturna simile ad un pipistrello chiamata Olitu. Dall'aspetto simile al Kongamato, questa creatura fu osservata nel 1932 da una squadra di esplorazione guidata da Ivan Sanderson nel 1932. Ma anche in tempi più recenti si hanno notize del Kongomato. Nel 1998 Steve Romandi-Menya, un studente Kenyano che si trovava in Louisiana per uno scambio culturale ha dichiarato che il Kongomato è ancora noto alla gente del suo paese che vive nella boscaglia. Secondo quanto ha riferito si dice che quell'animale si nutra di carne umana in decomposizione e che che tiri fuori i cadaveri che non sono stati sepolti sufficientemente in profondità. Nel 1942 il capitano Charles R.S. Pitman ha scritto un libro che descrive dettagliatamente la fauna dell'Uganda e delle regioni circostanti. Egli registra le paure superstiziose dei nativi riguardo all'animale irace, che cacciano di giorno ma di cui hanno paura di notte (posare gli occhi su di esso la notte sarebbe mortalmente pericoloso). Poi passa a descrivere un'altra paura dei nativi. "Quando ero in nella Rhodesia del nord ho sentito parlare di un animale leggendario a cui si attribuscono simili poteri mortali che mi ha incuriosito considerabilmente. Di esso si narra che una volta cacciava, e forse caccia ancora, in una densa foresta lacustre nelle vicinanze dei confini col COngo e con l'Angola. Anche guardare questo animale causerebbe la morte. Ma la più intrigante caratteristica di questa bestia misteriosa é la sua somiglianza da una parte coi pipistrelli e dall'altra con gli uccelli ed il suo essere di enormi dimensioni, caratteristiche che ricordano lo pterodattilo preistorico. Da dove sarebbe venuta ai primitivi africani una tale fantasiosa idea?" (Pitman, C.R.S, A Game Warden Takes Stock, 1942, pp. 202-203.)
Articolo scritto dal Dottore in Fisica, Corrado Penna
http://digilander.libero.it/scienzamarcia/corrado.htm
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