lunedì 30 luglio 2007

ARTE ANTICA E POSSIBILI CONNESSIONI UFOLOGICHE

Sopra il "Arianno e Bacco" di Tiziano Vecellio (1520-1523)


La produzione artistica di Piero della Francesca, tipica dell’ambiente artistico Urbinate, è all’origine della civiltà artistica dell’Italia centrale. Il maestro, vissuto nella seconda metà del ‘400, è noto per aver trasferito nelle sue opere il gusto per il colore chiaro e prezioso delle sue figure, impreziosite da una luce tersa e limpida. Ben conosciute sono le sue applicazioni prospettiche nel campo pittorico che molto si rifanno al Masaccio, pur trasfondendo il tutto in una chiara visione di un’arte calma e compositiva, ove le figure non lottano con le elementi circostanti, per affermare la loro esistenza. Prendendo ad esempio due splendidi dipinti, uno pertinente alla sua giovinezza artistica: “Il Battesimo di Gesù”; l’altra ad una raggiunta maturità artistica, costituita dalla: “Disfatta di Massenzio”, troviamo in entrambe le opere le peculiarità artistiche accennate, ma c’è dell’altro. Qualcuno ovviamente ribatterà: “Che punto di contatto esiste giammai tra un’argomentazione pertinente alla Storia dell’Arte e la disciplina ufologica?” Ci si arriva ben presto!! Nelle due opere, le nubi raappresentate in entrambi i dipinti, assumono una strana conformazione: quella di disco volante!! Sembrerà assurda, veramente assurda questa ipotesi, in realtà le nuvole hanno una vera e propria forma a UFO, proprio come quelle descritte da George Adamski 500 anni dopo. Scartabellando negli almanacchi medievali, seri ed accreditati studiosi si sono trovati di fronte afatti e cronache che hanno dell’incredibile. Sembra che globi di fuoco e piatti volanti abbiano sorvolato in lungo e in largo non solo l'Europa del XIII secolo ma anche del XIV e del XV secolo. Le apparizioni in quest’ultimo, investono il Kent inglese, l’Abazia di Ampleforth, Basilea, il nord e il centro della penisola italica. Lo stesso studioso di bibliografia francese Le Fevre asserisce che negli archivi di Arras, antichi manoscritti, redatti dal cronista del Duca di Borgogna, riportarono come un globo luminoso nel 1461 sorvolò e sostò a lungo sulla stessa cittadina. Fatti e cronache dello stesso tenore, finirono per impressionare moltissimo la società di quel secolo. Anzi, gli episodi furono associati a visioni apocalittiche presaghe di chissà quali mutamenti cosmici. Ritornando all’epoca di Piero della Francesca (il suo secolo come abbiamo constatato non è immune dagli avvistamenti e dalle strane cronache), l'artista può essere rimasto realmente suggestionato da tali racconti, da decidere di realizzare o raffigurare in almeno due suoi dipinti nubi aventi una forma molto simile alle descrizioni delle cronache del tempo e alle descrizioni dei nostri giorni. Nel “Battesimo di Gesù”, grazie anche al concetto di prospettiva, le nubi appaiono più come una formazione di UFO in avvicinamento, simili per l’appunto ad oggetti piatti nella parte inferiore e dotati di una cupola nella parte superiore che non ad una rappresentazione pittorica di nuvole. Come si fa a non pensare alle descrizioni degli UFO fornita da Adamski nel 1952? Racconti, cronache e tradizioni di qualsiasi epoca e da tutto il mondo ci narrano di oggetti volanti e di carri infuocati. Vogliamo ignorare le rappresentazioni enigmatiche realizzate in grotte, sarcofagi e tombe che narrano di esseri venuti dalle stelle per mescolarsi con il genere umano? Se le raffigurazioni di aereomobili nell’antichità remota e recente sono reali e costituiscono la presenza dell’aviazione di altri mondi, questi mezzi tecnologicamente avanzati devono essere guidati da creature intelligenti. Chissà che questi strani esseri non appartengano a quella razza che forte della propria tecnologia galattica, abbiano deciso di “affrettare” l’evoluzione del genere umano, spesso assumendo il compito di educatori cosmici, allo scopo di formare l’intelligenza su basi altamente scientifiche, di quegli uomini più adatti di qualsiasi altro a recepire e a trarre profitto da questi insegnamenti, per il progresso di alcune particolari “ere” e “momenti” della società umana. Nella storia dell’uomo, abbiamo sentito parlare dei cosiddetti secoli bui, ad esempio la Grecia arcaica dell’invasione dorica che spegne per un periodo di 200 anni le arti, i costumi, la scrittura a cui era pervenuta la società Minoica-Cretese. Un altro esempio? Eccolo: i secoli bui dall’800 d.C. al 1000 d.C., ove tutto il retaggio della cultura classica dell’Impero Romano finisce per cristallizzarsi e per sopirsi, facendo regredire gli esseri umani ad un livello talmente regresso da essere paragonato ad un fermo storico,ove nessuna iniziativa sociale o progresso tecnico abbia voluto o potuto farsi strada. Nelle due epoche “qualcosa” o “qualcuno” avvia questa sorta di risveglio del progresso, sino a portarci ai giorni nostri, ove la tecnologia in 40 anni è stata così elevata da non poter essere paragonata a nessuna altro periodo della storia umana. Siamo alle soglie della pronosticata “Età dell’oro”? Le nubi di Piero della Francesca sono una testimonianza muta ma tangibile di ciò che egli sentì narrare nella sua epoca o è solamente la fantasia sbrigliata e casuale di un artista che ha voluto uscire dai canoni pittorici tradizionali? Il mistero rimarrà forse tale per sempre.


Domenico Arco
Sopraintendenza Archeologica Taranto (Collaboratore Esterno CUT)


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