sabato 14 luglio 2007

A...COME ANIMA

Dalla pagina delle Scienze del Corriere della Sera di domenica 31 Maggio 2002: “IN CALIFORNIA: Ricostruiti in laboratorio i ‘mattoni della vita’! – I mattoni della vita, cioè delle molecole di amminoacidi componenti delle proteine, sono stati ricreati in laboratorio ricostruendo le condizioni dello spazio interstellare. Il risultato è stato ottenuto al centro A.M.E.S. della Nasa in California, ‘dimostrando che la vita può nascere in ogni luogo nell’Universo’ ha precisato Max Bernstein, che ha guidato la ricerca. Gli ammioacidi riprodotti sono risultati analoghi a quelli rinvenuti in alcune meteoriti ricche di carbonio. Il risultato ha riacceso la convinzione presente in molti che la vita sulla Terra sia arrivata dallo spazio”. Da questo articolo nascono alcune considerazioni, sintetizzate in domande-risposte: 1) D: Innanzitutto vi è una contraddizione in termini: se è possibile che la vita può avere origine in un punto qualsiasi dell’Universo, perché non proprio sulla Terra?R: Perché no? 2) D: È proprio così facile “costruire” la vita? R: Parrebbe proprio di sì! (Del resto già l’astronomo Fred Hoyle, con l’aiuto dello script-writer della BBC John Elliot, avevano ipotizzato la possibilità di costruire la vita in laboratorio, sia pure grazie alle direttive di un messaggio extraterrestre “catturato” da un radiotelescopio, nel loro famoso romanzo“A…come Andromeda”. 3) D: Ma “costruire” la vita vuol dire “costruire” automaticamente l’intelligenza?R: Non necessariamente! (A meno che si tratti di “clonazione”) 4) D: Una vita costruita ha un’anima? Cos’è l’anima? Da dove viene? Con queste ultime domande il discorso diventa inevitabilmente più complicato! Se tralasciamo l’aspetto teologico della questione e consideriamo solo quello scientifico, possiamo partire dalle “teorie degli universi paralleli e di quelli comunicanti” (teorie del multiverso e del megaverso che dagli anni ’90 sta soppiantando la teoria del “big bang” di Fred Hoyle; a dire il vero, lo stesso astronomo inglese non credeva egli stesso nella sua teoria, che aveva nell’esplosione primordiale della materia, nella sua espansione, con il conseguente allontanamento delle galassie tra di loro seguita dalla sua contrazione, i cardini della stessa). Vero è che a partire dagli anni ’80 si è andata ad affermare sempre più la teorias econdo la quale l’universo che noi conosciamo è soltanto uno dei tanti universi, forse collegati tra loro da buchi neri attracerso i quali ci può essere uno scambio di materia e di energia (= teoria del megaverso), forse sovrapposti ed extradimensionali (= teoria del multiverso). Forse l’anima proviene proprio da uno di questi universi collegati o paralleli, sicuramente più antico del nostro e multidimensionale, dove la galassie hanno smesso di rincorrersi, la materia si è consumata trasformandosi in pura energia, ed il tempo si è inesorabilmente fermato.Per vivere in questo “nostro universo”, più irrrequieto e imprevedibile perché più giovane, l’anima ha bisogno di un corpo materiale, un “veicolo” costruito in laboratorio, un organismo che ospiti il “parassita” con il quale avviare una nuova “metamorfosi evolutiva”. (Sembrerà strano ma questa ipotesi ricorda in qualche modo il mito del “grofebraico”, ossia “la stanza delle anime” in attesa di venire sulla Terra entrando nel corpo del nascituro. Il numero delle anime non è infinito e prima o poi finirà, così com’è previsto nella 7^ profezia dell’Apocalisse!) Forse il tempo trascorso in questa simbiosi (vita media) è un modo per accelerare questa metamorfosi che ha il suo culmine nel “passaggio” (morte biologica del corpo) così come una crisalide dà origine ad una farfalla. Del resto nessuno è riuscito, fino ad oggi, a spiegare perché questo “orologio biologico” cessi di funzionare e vi sia un repentino decadimento delle cellule del corpo umano. Se consideriamo, quindi, che in questo lasso di tempo l’essere umano ha uno sviluppo, non solo fisico, ma soprattutto intellettivo tale da renderlo superiore a qualsiasi altro essere vivente della Terra, ci rendiamo conto che l’intelligenza, almeno come la concepiamo noi, ossia la capacità di capire ciò che lo circonda e di migliorare se stessi evolvendosi sempre più, è una prerogativa degli esseri senzienti dotati di anima, vera sua creatrice, ed il cervello umano è solo un mezzo (come tutto il resto del corpo) per raggiungere i suoi scopi. A questo punto nasce un ulteriore quesito: quanto è vecchio l’uomo, non inteso come organismo biologico e veicolo, ma come essenza animistica? È la classica domanda che forse rimarrà per sempre senza risposta!Questa lenta ma inesorabile evoluzione dell’uomo ha avuto, in poco più di un secolo, una brusca impennata in concomitanza (coincidenza?) con i primi sistematici avvistamenti UFO. In campo tecnologico, sociale e culturale si è registrato nel corso degli anni uno sviluppo senza precedenti nella storia “conosciuta” dell’umanità. Ciò potrebbe spiegarsi con una sorta di “autodifesa” dell’”ospite-anima” in vista di probabili invasioni aliene? E se fosse proprio il fatto di essere dei “contenitori dianime” che ci distingue da “loro”, esseri privi di anima, e che ci rende così “unici” da attrarre la loro attenzione? Se fosse vero la “abductions” potrebbero essere spiegate come un “semplice commercio delle anime”! Mi rendo conto che queste elucubrazioni mentali possono essere solo frutto di fantasia; tuttavia, se partiamo dal concetto che nessun essere umano può avere la presunzione di sapere ciò che è possibile e ciò che non è possibile, la conclusione logica è la seguente: “l’inesistente non esiste”!
Eugenio Palese
Coordinatore CUT (Centro Ufologico Taranto)

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