venerdì 13 luglio 2007

PIRAMIDI DI GIZA...NEL MAR DEL NORD?







Il Nord, i paesi del Mar del Nord, dalla Scandinavia alla Russia, dall’Islanda alla Danimarca, fino ad arrivare all’alta Inghilterra, sopra la Scozia. Nazioni che hanno evocato nel passato miti e leggende che racchiudevano, tra l’altro, oltre a quelle del“piccolo popolo” e dei Giganti, oltre a quella delle Divinità Nordiche come Odino o Thor, anche quella di Thule/Iperborea, che può essere definità (se realmente esistita) l’Atlantide del Nord, l’Atlantica artica, travolta dal tramonto degli Dei e consegnata alla leggenda e al mito millenario. Prima di illustrare una possibile interessante scoperta, introduco sommariamente qualche informazione su Iperborea. I primi a parlare di questa mitica terra in cui verosimilmente vissero gli Indoeuropei prima dell'irrigidirsi del clima, può essere identificata con una vasta area compresa tra laScandinavia e la Siberia. Il primo a parlarne in maniera più esplicita fu Ecateo di Mileto, vissuto nel VI sec. a. C., che la colloca geograficamente tra la misteriosa catena montuosa dei Rifei e l'Oceano. Ma ne parlò anche Omero, il quale disse chec'è una notte lunga sei mesi, con ciò rilevando esplicitamente la localizzazione artica di questo leggendario paese. Anche il famoso Plinio il Vecchio, afferma che Iperborea “è una regione luminosa con clima mite, priva di ogni nocivo flagello. Hanno per case boschi e foreste, venerano gli dèi profondamente e in comune, la discordia e ogni malattia sono loro ignote. Non c'è morte, se non per sazietà di vita, dopo i banchetti e nella vecchiaia colma di conforto; si gettano in mare da una rupe:questo tipo di sepoltura è il più felice [...]". Quindi molti scrittori, filosofi, scienziati,miti religiosi (esempio nel Mahabharata, corrispettivo indiano dell'Iliade) si accenna all’esistenza di questo mitologico continente dell’Età dell’Oro nordica.
Fatta questa dovuta introduzione sulla mitica terra dove “soffia il vento del Nord”arriviamo ai giorni nostri, in un pianeta dove sembrerebbe essere stato scoperto tutto ma non è cosi. E dirigendoci in viaggio virtuale, tramite Google Earth, in quelle zone, e precisamente oltre la Scozia, scopro quello che sembra essere per davvero una inspiegabile anomalia, formate da rilievi sottomarini allineati, molto simili alla disposizione delle piramidi della Piana di Giza, in Egitto e la Costellazione di Zeta Orionis. Prima di illustrare la inspiegabile anomalia nei particolari, introduciamo il discorso sulla costellazione di Orione, e più precisamente sulla stella di Zeta Orionis, conosciuta come Alnitak, molto dibattuto tra gli archeoastronomi e ricercatori di“frontiera”. Alnitak, detta anche Zeta Orionis, è una delle tre stelle della Cintura di Orione, al centro della costellazione di Orione. Alnitak è la più ad est delle tre stelle, essendo Mintaka la più occidentale e Alnilam quella centrale. Il suo nome deriva dall'arabo al nitaq, che significa appunto "cintura" o "fascia". Alnitak giace in una regione affollata di nuvole di gas interstellare, fra cui la celebre nebulosa Testa di Cavallo, all'interno delle quali si stanno formando nuove stelle. Alnitak, inoltre, fa parte della associazione OB1, contenente molte stelle massicce e giovani aventi masse superiori a dieci volte quella del Sole. La magnitudine apparente di Alnitak è 1,74, la sua distanza presunta dalla Terra è di 820 +/- 170 anni luce (dati basati sulle misurazioni di Hipparcos); da ciò si ottiene una magnitudine assoluta di -5,25. L’età è di circa 6 milioni di anni.
Il discorso sulla Costellazione di Orione è stato incentrato sulla Costellazione di Orione e sulle tre stelle, come Alnitak, allineate con le tre piramidi egiziani di Cheope, Chefren e Micerino. Ma forse non è l’unica e se ciò che è stato rilevato con Google Earth fosse tangibile e concreto (come a livello preliminare sembrerebbe) potrebbe scombussolare un po’ di teorie e magari avallare in maniera forte il mito diIperborea/Thule. Facciamoci un bel bagnetto, nelle acque gelide del Mar del Nord e ci immergiamo virtualmente nella zona tra l’isola di Foula e quella di Torshavn, poco su la Scozia. Dalle immagini trovate si nota che l’allineamento delle strutture sommerse non sembra essere “casuale”quindi si può ipotizzare un origine manufatta, ma da chi? Visto anche che sono sott’acqua? E poi a quanto sembra, facendo un confronto con le isole circostanti, sono enormi e un età (se sono effettivamente artefatti e costruiti quando c’era terra solida) di centinaia di milioni di anni, quando esisteva un supercontinente denominato Pangea. Ipotesi sommarie naturalmente. Come vedremo ora, queste tre strutture sembrano per davvero un'altra raffigurazione della costellazione di Orione e facendo un parallelo con le tre piramidi della Piana di Giza possiamo vedere che: In linea d’aria, facendo una misurazione indicatica con Google Earth notiamo che letre strutture sommere del Mar del Nord distano dalle tre piramidi di Giza circa 4280chilometri.Se dividiamo 4280 con il numero 6 (le 3 strutture del Mar del Nord con le 3 piramidi di Cheope, Chefren e Micerino) il risultato è 713. Se sommiamo questo numero con il numero di tolleranza consentito (170) della presunta distanza da Zeta Orionis(830) ,il risultato è di 883. Se poi facciamo la differenza tra 883 e la distanza di Zeta Orionis dalla Terra di circa 830 anni luce, il risultato è solo 53, un numero infinitesimale su scala cosmica. Ma non finisce qui, le strutture sono a coppia di 3 strutture ciascuno sulla Terra ( 3 del Mar del Nord e tre egizie). Aspetto strano, l’età delle 3 stelle della Costellazione di Orione e, più precisamente Alnitak è di...6 milioni di anni.Coincidenze davvero inquietanti, come sono inquietanti anche gli ingrandimenti fatti delle tre strutture sommerse, che ora metteremo in confronto con il disegno della Orion Constellation e l’ultima antica meraviglia (delle 7) rimaste in piedi sulla Terra, le Piramidi di Giza, o come si dice in Egitto, El Ghiza.
Come si nota dalle immagini, non sembrano illusioni visive o cose similari, ma reali concatenazioni e similitudini di oggetti celesti e terrestri, di cui una inquietante struttura “cosmica”, sommersa nelle acque del Mard del Nord, con paralleli con El Giza. Una struttura che non si può ignorare. Una struttura dell’Orione che fa nascere la certezza fondata che Iperborea è (forse) realmente esistita, con una civiltà scomparsa per il “volere degli Dei” e che ora le immagini satellitari del nostro pianetaci danno la “resurrezione”. E’ questa non è una semplice coincidenza.
Antonio De Comite
Coordinatore CUT (Centro Ufologico Taranto)





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