EVOLUZIONE: LE TARTARUGHE APPARVERO "SOLO" 140 MILIONI DI ANNI FA
Non c'è alcun dubbio: tra tutti i rettili sicuramente le tartarughe sono le più “vecchie”: questo gruppo si è evoluto prima di serpenti e coccodrilli, e ha preceduto persino i dinosauri. Il momento esatto in cui i progenitori delle nostre tartarughe moderne sono apparsi per la prima volta sulla Terra è diventato però recentemente piuttosto controverso. Lo studio di un nuovo esemplare fossile sembra ora avvalorare l'ipotesi che le moderne tartarughe siano comparse tra 140 e 160 milioni di anni fa. Molto più tardi, quindi, di quanto finora ipotizzato.
Attualmente le tartarughe sono divise in due gruppi principali (Cryptodira e Pleurodira) sulla base della posizione di attacco di alcuni muscoli del cranio. Nel 1970 il paleontologo Eugene Gaffney dell'American Museum of Natural History di New York, che condusse il primo studio sistematico sull’evoluzione di questi rettili, sostenne che quasi tutti i fossili ritrovati appartenevano ad una delle due classi, separate intorno a 210 milioni di anni fa. Questo implicava che il progenitore comune dei due gruppi fosse vissuto almeno nel Triassico Inferiore.
Lo scorso anno però, Walter Joyce, paleontologo dell’Università di Yale, dopo un accurato studio anatomico, ha rivisto la classificazione. Secondo quanto allora riportato sul bollettino del Museo di Storia Naturale di Peabody, molti fossili di tartaruga non appartengono in realtà a nessuno dei due gruppi moderni e la comparsa di Cryptodira e Pleurodira va fatta risalre 'soltanto' a 150 milioni di anni fa.
Ad avvalorare questa tesi arriva ora lo studio condotto da Juliana Sterly, dottoranda presso il Museo de Historia Natural de San Rafael, in Argentina, su di un guscio e un cranio fossili recentemente portati alla luce nel paese latino. L'esemplare, datato tra 160 e 140 milioni di anni fa e battezzato con il nome di Condorchelys antiqua, non appartiene né ai Cryptodira né ai Pleurodira: un’ulteriore prova che questi due gruppi sarebbero più giovani di almeno 60 milioni di anni rispetto a quanto creduto fino a poco tempo fa. “La ricostruzione di Joyce riguardo l’evoluzione delle tartarughe è totalmente innovativa” sostiene James Parham dell’Accademia Californiana delle Scienze: “Se questa ipotesi fosse corretta, le moderne tartarughe avrebbero impiegato molto meno tempo a evolversi di quanto finora ritenuto".
Attualmente le tartarughe sono divise in due gruppi principali (Cryptodira e Pleurodira) sulla base della posizione di attacco di alcuni muscoli del cranio. Nel 1970 il paleontologo Eugene Gaffney dell'American Museum of Natural History di New York, che condusse il primo studio sistematico sull’evoluzione di questi rettili, sostenne che quasi tutti i fossili ritrovati appartenevano ad una delle due classi, separate intorno a 210 milioni di anni fa. Questo implicava che il progenitore comune dei due gruppi fosse vissuto almeno nel Triassico Inferiore.
Lo scorso anno però, Walter Joyce, paleontologo dell’Università di Yale, dopo un accurato studio anatomico, ha rivisto la classificazione. Secondo quanto allora riportato sul bollettino del Museo di Storia Naturale di Peabody, molti fossili di tartaruga non appartengono in realtà a nessuno dei due gruppi moderni e la comparsa di Cryptodira e Pleurodira va fatta risalre 'soltanto' a 150 milioni di anni fa.
Ad avvalorare questa tesi arriva ora lo studio condotto da Juliana Sterly, dottoranda presso il Museo de Historia Natural de San Rafael, in Argentina, su di un guscio e un cranio fossili recentemente portati alla luce nel paese latino. L'esemplare, datato tra 160 e 140 milioni di anni fa e battezzato con il nome di Condorchelys antiqua, non appartiene né ai Cryptodira né ai Pleurodira: un’ulteriore prova che questi due gruppi sarebbero più giovani di almeno 60 milioni di anni rispetto a quanto creduto fino a poco tempo fa. “La ricostruzione di Joyce riguardo l’evoluzione delle tartarughe è totalmente innovativa” sostiene James Parham dell’Accademia Californiana delle Scienze: “Se questa ipotesi fosse corretta, le moderne tartarughe avrebbero impiegato molto meno tempo a evolversi di quanto finora ritenuto".
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