giovedì 14 febbraio 2008

UNA RICERCA SVEDESE AFFERMA: IL NUCLEO INTERNO DELLA TERRA E'...CUBICO.

Il nucleo interno della Terra ha un raggio di circa 1200 chilometri ed è costituito in prevalenza da ferro. Forse la sua forma non è però sferica, almeno a quanto dicono alcuni ricercatori dell'Università di Uppsala, che hanno sviluppato un modello in grado di dar conto del fatto che che le onde sismiche lo attraversano più velocemente quando viaggiano in una direzione parallela all'asse di rotazione del pianeta rispetto a quando si spostano lungo il piano equatoriale.
Secondo il gruppo di scienziati diretti da Börje Johansson, docente di fisica della materia condensata all'Università di Uppsala, la sua forma assomiglierebbe piuttosto a quella di un cubo, o quantomeno cubica sarebbe la sua struttura cristallina.
Nel 2003, lo stesso gruppo di ricerca aveva già avanzato un modello teorico secondo cui il nucleo della Terra avrebbe dovuto assumere una struttura cristallina cubica che, a dispetto dell'elevato livello di simmetria in quelle condizioni di temperatura elevata avrebbe dovuto manifestare una notevole anisotropia elastica, ossia un comportamento elastico differente a seconda delle direzioni. Quel modello era stato sviluppato sulla base della teoria sulla densità funzionale di Walter Kohn, per la quale quest'ultimo è stato insignito del premio Nobel nel 1999.
Ora, nel nuovo studio - descritto in un articolo pubblicato su "Science" - i ricercatori presentano varie simulazioni di come si dovrebbero comportare le onde sismiche a seconda delle condizioni predominanti in cui si ipotizza che possa trovarsi il ferro. Per le simulazioni è stato utilizzato uno dei più potenti supercomputer paralleli esistenti al mondo, "Abbiamo così trovato che la struttura cristallina cubica è l'unica che concorda con le osservazioni sperimentali", osserva Johansson.
Il bilancio termico della Terra e il suo campo magnetico dipendono dalla quantità di calore che è immagazzinato nel suo nucleo. E queste condizioni sono a loro volta dipendenti dalla struttura cristallina del ferro che vi è contenuto. Finora nelle stime relative all'evoluzione di questi fattori si era partiti dall'ipotesi che all'interno del nucleo il ferro assumesse una struttura cristallina esagonale, ma l'ipotesi degli svedesi comporterebbe la necessità di un ricalcolo della velocità di raffreddamento del pianeta e della stabilità del sui campo magnetico.
"Lo studio apre nuove prospettive alla nostra comprensione del passato, del presente e del futuro della Terra", ha concluso Natalia Skorodumova, che ha partecipato alla ricerca.

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