mercoledì 11 luglio 2007

NELLA VECCHIA FATTORIA TERRESTRE

Di recente importanti scoperte in campo medico e scientifico ci hanno fatto gridare al miracolo e non è azzardato affermare che stiamo assistendo ad una vera e propria svolta epocale ! Lo scorso anno un’equipe di medici dell’Ospedale Universitario di Dusseldorf è riuscito a ricostruire il cuore devastato di un infartuato iniettando delle cellule staminali estratte dal suo midollo osseo. Tali cellule, raggiungendo l’arco di tessuto distrutto dall’infarto si sono sviluppate rigenerando nuovo tessuto muscolare. Già i primi risultati si erano registrati da esperimenti compiuti dal ricercatore italiano Dr. Piero Anversa del New York Medical Center e, successivamente, dall’equipe del Dr.Philippe Menaschè di Parigi e dal Dr. Angelo Veschi del San Raffaele di Milano. Ma dagli USA giunge la notizia che già da tempo questa tecnica viene usata in via sperimentale per curare il morbo di Parkinson e la malattia di Alzheimer dall’equipe del Dr. Curt Freed dell’Università del Colorado utilizzando cellule staminali di feti abortiti . Infine, sempre dagli USA, ci giunge notizia che l’equipe del Dr. Rol Mekay del National Institute Healt di Bethesda ha prodotto in laboratorio delle“isole pancreatiche”, ossia grappoli di cellule che nel pancreas producono l’insulina grazie all’utilizzo di cellule staminali, ma per far ciò in larga scala l’Università canadese di Edmonton ha scoperto che è possibile riutilizzare cellule prelevate da “cadaveri umani”, disponendo cosi di cellule staminali a volontà ( per questo motivo l’ex presidente USA Bill Clinton stanziò ben 5 milioni di dollari per queste ricerche ! ). Ma cosa sono le cellule staminali ? Sono cellule giovani ed immature che si trovano in gran numero negli embrioni, nel cordone ombelicale ed in tessuti adulticome il midollo osseo, che conservano la capacità di moltiplicarsi rapidamente e di trasformarsi in ogni sorta di tessuto. Scoperte ed isolate per la prima volta nei topi nell’anno 1981, sono stati isolati per la prima volta da embrioni umani nel 1998 dall’equipe del Dr. James Thompson per conto della Società Californiana Geron . Ma le cellule staminali rievocano anche un'altra frontiera ormai superata della nostra evoluzione biotecnologia : la clonazione . In aggiunta a questi mirabolanti risultati, ci giunge un ultima notizia, ancora più esaltante ed al tempo stesso sconcertante: la scoperta dei geni collegati all’invecchiamento annunciato il 27/08/01 a Boston dal ricercatore italiano Annibale Puca ci apre scenari da fantascienza: siamo arrivati a conquistare l’elisir dell’eterna giovinezza? A spostare in avanti le lancette del famoso “Orologio Biologico”? Non abbiamo nemmeno il tempo di stupirci che ecco giungerci la notizia che un'altra barriera, fino ad oggi reputata fantascientifica è stata abbattuta: la creazione dell’uomo robot! Un vero e proprio Cyborg! Da anni, ormai, vengono impiantati agli esseri umani organi biologici artificiali ( cuore,arti, etc. ) ma quello che mancava era l’introduzione di “Chip Neurologici” avanzati, compatibili con l’essere umano, che permettessero il famoso salto di qualità. A colmare questa lacuna ci ha pensato l’esperimento di neuroingegneria del Dr. Kevin Warwick, professore di cibernetica dell’Università inglese di Eedding . Nel 1998 il ricercatore britannico si fece impiantare nell’avambraccio un chip che trasmetteva un codice di identificazione ad un computer che, monitorando ogni suo movimento ed interagendo con esso, gli permetteva di effettuare compiti, come aprire porte, accendere luci o riscaldamento, senza muovere un dito. Oggi il professore britannico sta mettendo a punto una fase avanzata di questo progetto, denominato “Cyborg 2.0”, iniettando lo stesso chip nel braccio di sua moglie Irina con lo scopo di scambiarsi pensieri ed emozioni a migliaia di km di distanza via internet! E nel settore inverso? Manco a dirlo ecco arrivare, sempre dalla GB, la notizia del 1° elaboratore elettronico con “Cervello Biologico” ( si va quindi, verso la realizzazione del 1° vero “Hall 9000”, dotato di una propria coscienza, descritto da A . Clarke in “2001 Odissea nello spazio”)? Ma ancora più dettagliata è la notizia che alcuni ricercatori, guidati dal prof . Giulio Saudini del Lira Lab ( laboratorio integrato di robotica avanzata ) del DIST di Genova, ha messo a punto il“Baby Bot”, un vero e proprio baby robot che simula un neonato nei primi mesi di vita che, come questi, inizia ad esplorare il mondo esterno toccando gli oggetti che lo circondano, voltandosi verso il rumore e seguire con lo sguardo una forma in movimento, insomma ad apprendere ed a coordinare le sue azioni e ad usare i suoi sensi . Questo esperimento rappresenta una delle frontiere avanzate di neuroingegneria applicata alla robotica, un primo passo verso la creazione di aneroidi (come quelli descritti da I . Asimov e P.R. Dick in Blade Runner) visto che il progetto va avanti con l’obiettivo di dotare il robottino di vere e proprie emozioni e, quindi di una coscienza . Una coscienza intesa dal punto di vista morale o etico, ma con la capacità di un soggetto di fare esperienza dei propri pensieri, di se stesso ed eventi esterni, una “ONFENE”, neologismo coniato da Riccardo Maleoni e Vincenzo Tagliasco, due bioingegneri dell’equipe del progetto suddetto. Per far ciò occorre partire dal concetto che il cervello sia in realtà un computer biologico estremamente elaborato, ed in virtù di questo principio il prof. Sandro Mussa Ivaldi, ricercatore formatisi sempre alla scuola genovese e poi emigrato alla Nortwestern University di Chicago, ha costruito il primo robot con un cervello in “carne ed ossa” collegando il cervello di un pesce (lampreda) ad un prototipo mobile dotato di due ruote per permettere i movimenti e da due cellule foto elettriche che fungono da occhi. Senza entrare troppo nei particolari, il risultato raggiunto consiste nel fatto che stimolando l’attività elettrica dei neuroni con un fascio di luce, che viene trasformato in segnale visivo, il robottino si muova verso la sorgente luminosa. Similmente a questo esperimento, il prof.Miguel Nicolaleis del medical Center alla duke University, ha inserito ben 96 elettrodi, sottili quanto un capello , in diverse aree della corteccia cerebrale di uno scimpanzé e le ha collegate ad un braccio meccanico. Risultato la scimmia ha imparato ad eseguire alcuni compiti, sia pure semplici, utilizzando il braccio meccanico. Uno degli obiettivi di questi esperimenti è quello di trasformare gli impulsi del cervello in ordine per le protesi artificiali, mentre il limite consiste proprio nel contrario: è impossibile inviare segnali dalle protesi al cervello. Per superare questo limite, il prof.Massimo Grattarola, docente di bioelettronica al DIBE dell’università di Genova, sta realizzando presso il laboratorio di Neuroingegneria delle reti bioartificiali, prelevando dei neuroni dai cervelli di piccoli mammiferi e coltivandoli in vitreo facendoli crescere su un letto di elettrodi, dopodiché vengono stimolati chirurgicamente trasmettendo loro informazioni, registrati dagli elettrodi, addestrandoli cosi a svolgere determinati compiti. Alla luce di queste scoperte viene spontaneo chiedersi se è possibile anche il controllo a distanza della mente umana! In un articolo pubblicato nel Luglio 2001 sul “Journal of Experimental Psycology”, in collaborazione con Sharon Hanningan del Beard College, lo psicologo Mark Reinitz, della University of Puget Sand, è giunto alla conclusione che la mente umana ha la tendenza a“dedurre cause”: ciò può produrre la sensazione di ricordare qualcosa che in realtà non si è mai visto, in definitiva certi ricordi possono essere solo delle illusioni (è forse il caso di molti fenomeni ufologici?). Inoltre, problemi come i blocchi di memoria “amnesia temporanea”, casi di “errata attribuizione” (quando un episodio viene attribuito erroneamente ad una persona piuttosto che ad un'altra), casi di “errori di associazione” (quando si collega in modo scorretto il contenuto di un ricordo con il suo contesto), possono derivare in massima parte dal cattivo funzionamento dell’ippocampo, una struttura a forma di cavalluccio marino situata nelle profondità del lobo temporale del cervello che ha tra l’altro, la funzione di collegare tutti gli aspetti di un ricordo. Per contro, i cosiddetti “ricordi indelebili”, causati da un gruppo di neuroni cerebrali, che prendono il nome di “amigdala”, provocano, a seconda del tipo, sentimenti negativi o positivi che condizionano il comportamento umano. Individuate le cause di alcuni comportamenti della mente umana, alla luce degli studi sui chip neurali di Warwick e dei comandi cerebrali a distanza di Nicolaleis, è facile arrivare alla conclusione di essere ormai in un campo minato e che la Psicotronia non è più una chimera fantascientifica! Ma il campo dove tocchiamo il grottesco (se non fosse una cosa tremendamente seria, ci sarebbe da morire dal ridere) è quella della genetica: iniziata negli USA e poi sviluppatasi in Europa ed Asia, la pratica dei brevetti del DNA all’insaputa dei donatori è ormai una prassi consolidata e giuridicamente protetta dalla Legge (anche se resta immorale dal punto divista etico). Accade cosi’ che un medico che vi preleva il sangue (o qualunque altro fluido corporeocome saliva, sperma, sudori o tessuti come pelle, capelli, unghie) e trova delle caratteristiche uniche nel vostro DNA, lo brevetta e lo vende ad una azienda farmaceutica diventando ricca! A parte alcuni casi in cui gli stessi donatori hanno usufruito di questo giro miliardario ( come il caso del signor Slavin che, dopo aver scoperto che il suo sangue generava anticorpi sconosciuti contro l’epatite, fondò la casa farmaceutica Essential Biological, oppure della signora Greenberg che vendeva il suo sangue, un rarissimo AB negativo alle maggiori case farmaceutiche o ancora di Dorothy Graaber che, per una mutazione genetica del suo sangue, fu scritturata in esclusiva dalla Biomedical Industries. La casistica in questione è una serie infinita di raggiri, cosicché secondo una ricerca di Lori Andrews e Dorothy Nelkin (riportata nel loro libro “Body Bazar”), troviamo una serie infinita di esseri umani marchiati da una sorta di “codice a barre” a loro insaputa (ricordate la serie televisiva “X- Files”?) . Nel nome del progresso della scienza, ma soprattutto del Dio denaro:- Brevetto 4438032 relativo ad una T-cell variante of Hairy cell leukenya appartenente a Johnmore, un uomo d’affari di Seattle malato di leucemia .- Brevetto 5821057 relativo alle cellule di un giovane caucasico morto di cancro al fegato appartenente alla Northeastern Ohio University.- Brevetto 5710038 relativo a cellule usate per scatenare il cancro dei topi derivanti da una donna franco-canadese di 62 anni affetta da tumore alle ovaie e di proprietà dell’Università di Montreal .- Il Memorial Sloan Kettering, da un tedesco di 53 anni malato di cancro al fegato, ha ricavato la linea cellulare SH-HEP per lo studio del cancro della pelle .- L’Aroon-Diamond di New York ha brevettato i geni di Steve Cheon e di Steve Fuchè, due americani immuno resistenti all’AIDS .- Il Lunenfeld Institute canadese e la Sequana Thera Pevtics hanno venduto alla casa farmaceutica Boveninger il brevetto geni di Tristan De Cunho una isola atlantica, affetti da asma cronico ed ereditario dovuto a mutazioni genetiche .- La Myriad Genetics di Markskollick ha brevettato il gene del cancro al seno sottratto a donne mormoni dello Utah .- L’Autism Resource Center ha commercializzato le cellule di centinaia di famiglie di bambini artistici .- La Sivinwester Medical Center di Dallas ha brevettato e venduti in tutto il mondo le celluledi una trentenne di colore, morta nel 1958 per una rarissima forma di cancro all’ovaio .
Infine il caso più clamoroso è quello riguardante Albert Einstein sebbene avesse decretato chealla sua morte le sue spoglie cremate, all’insaputa della sua famiglia fu asportato e sezionato il suo cervello in ben 170 pezzi dal patologo che ne effettuò l’autopsia. Questi pezzi furono preservati in giare di vetro che da allora viaggiano da un capo all’altro degli USA. Cellule staminali, clonazione, “Human Robots”, controllo della mente, brevetti su DNA umani, tutto questo ci viene sbandierato come un mezzo necessario per migliorare la nostra evoluzione, ma tutto ciò non ci fa pensare invece ad un immenso laboratorio pieno di cavie umane? O meglio ad un immenso allevamento i cui veri scopi non ci sono dati a sapere, posto in una immensa fattoria chiamata “Terra” ? Orsù, allora cantiamo tutti insieme : Nella vecchia fattoria IA , IA , OHOOO!!!
Eugenio Palese
Coordinamento CUT (Centro Ufologico Taranto)

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